Ci sono gare che si corrono con le gambe. E poi ci sono quelle, come il Trail del Galestro, che si affrontano anche con il cuore, la testa e un pizzico d’incoscienza. Perché non si tratta solo di chilometri o dislivelli, ma di affrontare sé stessi, nel dialogo intimo tra corpo e natura.
Domenica 13 aprile 2025, le pendici dell’Appennino tosco-romagnolo torneranno a vibrare sotto i passi affannati di chi cerca, tra i boschi e i crinali di Marradi, qualcosa di più della semplice competizione: una scintilla, un momento sospeso, un senso.
Il richiamo della montagna
Nato nel 2023, il Trail del Galestro ha già conquistato il suo posto tra gli eventi più attesi dagli appassionati dell’outdoor. E non è solo per la bellezza tecnica dei percorsi, ma per quell’aura che solo certi luoghi sanno evocare: sentieri antichi, panorami che tolgono il fiato, odore di terra umida e vento che fischia tra i rami.
Due le anime della gara, due percorsi ma un solo spirito:
- La 32 km con 1.540 metri di dislivello: la “regina”, ruvida e meravigliosa. Un viaggio dove ogni salita diventa una prova di volontà, e ogni discesa una sfida all’equilibrio.
- La 20 km, 900 metri di dislivello: meno chilometri, ma stessa intensità. Per chi vuole assaporare la montagna senza piegarsi alla sua durezza totale.
Le partenze, dall’Urban Center di Marradi, sono previste alle 9:00 per la lunga e alle 9:30 per la media. Ma il vero orario è un altro: quello in cui il cuore inizia a battere più forte, poco prima del via, tra sguardi complici, respiri trattenuti e il silenzio surreale che precede ogni tempesta.
L’adrenalina prima del via
Chi ha corso un trail lo sa: il rumore del pettorale che si aggancia, le scarpe che stringono i lacci come armature moderne, le mani che tremano mentre si sistema il GPS. A Marradi, in quel piccolo angolo di mondo dove la Toscana sfiora la Romagna, anche l’aria sa di attesa. I bar aprono presto, le strade si popolano di passi incerti e volti concentrati. Alcuni sono volti già segnati dalla fatica della preparazione, altri sono lì solo per la bellezza dell’avventura.
Tra gli iscritti ci saranno veterani delle corse in quota, ma anche neofiti affamati di emozioni. Perché il Galestro non è una gara “da curriculum”, ma un’esperienza da vivere. Come disse Gianni Brera: “Il vero sportivo non corre per vincere, corre per capire fino a dove può arrivare.”
Marradi: cornice e cuore
Non è un caso che sia proprio Marradi ad accogliere tutto questo. Borgo fiero, di pietra e di poesia, patria di Dino Campana, poeta errante. E forse non è così strano che proprio da qui partano cammini sospesi tra realtà e visione.
La partenza, in Viale della Repubblica, sarà anche l’inizio di un viaggio che attraversa faggete, creste e silenzi. Ogni curva sarà un’alba possibile, ogni saliscendi una parabola di resistenza e abbandono.
E poi, all’arrivo, quegli abbracci sudati ma sinceri, i sorrisi sghembi, il sapore del the caldo o della birra offerta dagli amici. Perché in fondo, anche se si parte soli, nei trail si arriva sempre in compagnia: di nuovi incontri, di una versione diversa di noi stessi.
Iscrizioni: ultimi pettorali disponibili
Il tempo stringe. Le iscrizioni chiudono l’11 aprile (35 euro per la lunga, 25 per la corta), ma è possibile iscriversi anche la mattina della gara con una piccola maggiorazione. I posti sono limitati a 300, perché il sentiero non ama la folla: è un privilegio per pochi, non uno spettacolo da stadio.
📧 Info e iscrizioni: traildelgalestro@gmail.com
Organizza: Asd Marradi Single Track
Oltre la classifica: la vera conquista
Il Trail del Galestro non assegna titoli eterni. La gloria, qui, è effimera come la nebbia del mattino sulle vette. Ma proprio per questo è più preziosa. È una medaglia fatta di sguardi, di crampi, di cieli che si aprono improvvisamente su vallate immense. È la consapevolezza di avercela fatta, almeno per oggi, almeno qui.
E quando tutto sarà finito, resterà l’eco dei passi nei boschi. E la voglia, sottile ma insistente, di tornare. Perché in fondo, come scriveva Dino Buzzati: “La corsa non finisce mai. È sempre lì, da qualche parte, che ci aspetta.”
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