Ci eravamo occupati di Tommaso Romagnoli il 9 agosto 2023 quando si era classificato 11° ai mondiali si SkyRunning.
Skyrunning: la corsa verso le nuvole e oltre
Ci sono discipline sportive che sfidano i limiti umani in modi che rasentano la poesia. Lo skyrunning è una di queste. Non è solo una corsa in montagna: è una lotta con la gravità, un dialogo intimo con la natura, una sfida che si misura non in chilometri, ma in metri di dislivello. Correre verso le nuvole richiede non solo gambe forti, ma uno spirito indomabile. Ed è in questo spazio rarefatto che un giovane talento italiano sta lasciando il segno: Tommaso Romagnoli, un giovane di Vicchio, classe 2006, che ha trovato nelle montagne la sua dimensione, fisica e interiore.
Dalla valle alle vette: un viaggio in salita
C’è qualcosa di simbolico nel percorso di Tommaso. Cresciuto tra le colline del Mugello, ha scoperto presto che le salite non lo spaventavano, ma lo chiamavano. Nuoto, calcio, podismo: ogni sport provato sembrava prepararlo a qualcosa di più grande, più alto. Poi è arrivato lo skyrunning, e il richiamo delle montagne ha prevalso. Le sue prime gare si sono svolte tra le vette del Nord Italia, in scenari dove il paesaggio domina e l’uomo appare un puntino, fragile e audace al tempo stesso.
Nel 2023, Tommaso è stato selezionato dalla Federazione Italiana Skyrunning (Fisky), entrando nell’élite di una disciplina che richiede sacrificio e passione. Indossare la maglia azzurra a soli 17 anni è stato un traguardo straordinario, ma anche un simbolo di resilienza: l’unico toscano in un panorama dominato dagli atleti del Nord, dove le montagne sono parte della quotidianità.
Momenti di gloria tra le nuvole
Il 2022 è stato l’anno della svolta. Nell’Ultra Trail del Mugello, Tommaso ha dimostrato di avere qualcosa in più: non solo resistenza, ma una capacità unica di leggere il terreno, di adattarsi alle asperità e di trasformare la fatica in energia. Quel giorno non ha solo vinto una gara, ma ha attirato l’attenzione di chi sa riconoscere il talento.
L’anno seguente, al Mondiale Giovanile sul Gran Sasso, Tommaso si è trovato davanti a un banco di prova internazionale. L’11° posto ottenuto è stato una vittoria silenziosa, un segnale che il ragazzo di Vicchio poteva competere con i migliori giovani del mondo. Le rocce del Gran Sasso, imponenti e inospitali, hanno testato la sua tenacia, ma non l’hanno spezzata.
La forza delle radici e lo sguardo al futuro
Dietro ogni grande atleta c’è una comunità che lo sostiene. Per Tommaso, le colline del Mugello non sono solo un luogo di allenamento, ma una casa che lo accompagna in ogni passo. Le salite di Barbiana, Castellina e Ciabattini sono la sua palestra naturale, dove ogni curva racconta una storia, ogni pendenza una lezione di resilienza. Ad affiancarlo in questo percorso c’è Giovanni Zorn, trail runner di livello nazionale, che ha visto in lui non solo un giovane talento, ma un cuore pulsante di passione.
Non è un caso che Tommaso porti nel sangue l’amore per lo sport: suo padre, Paolo “Chigio” Romagnoli, è un esempio di costanza e dedizione, un’eredità che il figlio ha fatto sua. “Non infortunarsi è la priorità”, dice Tommaso, consapevole che ogni stop forzato è una battuta d’arresto difficile da recuperare.
Nuove sfide all’orizzonte
La stagione 2025 è ormai alle porte, e la maglia azzurra aspetta ancora Tommaso Romagnoli. Ogni nuova sfida è un passo verso l’ignoto, ma anche verso la crescita personale. Lo skyrunning non è solo uno sport: è una metafora della vita stessa. Ogni salita è un ostacolo, ogni vetta conquistata è un momento di gloria effimera, ma carico di significato.
Tommaso guarda avanti con i piedi ben saldi a terra, o forse meglio, sulla roccia. Le montagne non offrono certezze, ma sono uno specchio di chi siamo: fragili, testardi, innamorati dell’impossibile. E in quell’impossibile, tra le nuvole, Tommaso Romagnoli continua a correre.
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