La crisi continua: assenze pesanti, poca incisività e un girone di ritorno da dimenticare

Se il girone d’andata aveva fatto sognare, quello di ritorno sta trasformando la stagione della Mattagnanese in un incubo. Il 2-6 incassato ieri pomeriggio contro il Versilia non è solo una sconfitta, ma il segnale di una squadra che fatica a ritrovarsi, complici le assenze di De Gennaro e Ngningue e le condizioni non ancora al top dopo i rispettivi infortuni di Diaz e Nardi. Un mix letale che ha reso i mugellani vulnerabili, troppo fragili contro un avversario solido e determinato.

Un primo tempo da dimenticare

La partita si mette subito in salita: il Versilia entra in campo con un’aggressività che la Mattagnanese non riesce a contrastare. La superiorità fisica degli avversari si traduce in gol, con i padroni di casa che raggiungono il triplo vantaggio già nel primo tempo. La reazione? Timida. Tanto da costringere mister Begliomini a tentare subito la carta del portiere di movimento, nel disperato tentativo di arginare il dominio avversario.

Nella ripresa, arriva almeno il gol della bandiera, ma il Versilia è spietato e ristabilisce immediatamente le distanze con il quarto sigillo. Il secondo gol della Mattagnanese serve solo ad alimentare una flebile speranza, subito spenta dai due gol finali degli avversari, che chiudono il match con un secco 6-2.

Una squadra in difficoltà: serve un cambio di rotta

A colpire, più del risultato, è la sensazione di impotenza della Mattagnanese: una squadra che non riesce più a essere pericolosa, che cerca spesso la giocata raffinata quando servirebbe più concretezza, e che senza De Gennaro sembra perdere la sua anima competitiva.

Eppure, solo pochi mesi fa questa squadra toccava la vetta della classifica, facendo sognare i suoi tifosi. Ora, con un campionato ancora apertissimo e una classifica cortissima, il rischio di scivolare nelle sabbie mobili della zona retrocessione è concreto.

Sarà fondamentale ritrovare compattezza e spirito battagliero, perché il tempo per raddrizzare la stagione c’è, ma serve una scossa. E in fretta.

 

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