Fonte Radio Mugello

Genitori borghigiani legati al progetto di una nuova academy calcistica respingono al mittente le accuse di Bandinelli e Zeni

Abbiamo letto negli ultimi giorni una serie di articoli che hanno chiamato in causa un “gruppo di soggetti”, “imprenditori sportivi”, con progetti segreti, collusi con tifoseria e amministrazione comunale. Articoli scritti perlopiù da Bandinelli in persona o da Saverio Zeni, uno dei soci nuovi di zecca della ASD Fortis Juventus.

Quest’ultimo scrive articoli sulla Fortis in presenza di un evidente conflitto di interessi e lanciando accuse molto pesanti, utili forse a fare visualizzazioni (senza dubbio importanti per gli sponsor di Zeni), ma che non aiutano certo il mondo bianco-verde.

Ci teniamo a fare chiarezza, nel caso tali accuse si riferissero al nostro gruppo di amici.

Un gruppo composto da quasi tutti genitori di bambini e ragazzi della Fortis, molti dei quali sono stati a loro volta giocatori del settore giovanile e della prima squadra (quattro di loro hanno anche avuto l’onore di indossarne la fascia da capitano).

Il progetto che noi abbiamo pensato e studiato per rilanciare il calcio borghigiano è stato presentato a Bandinelli due volte, la prima già nel mese di luglio; successivamente lo abbiamo presentato in Comune nel mese di dicembre, in totale trasparenza e alla luce del sole. Non vi è mai stata alcuna manovra occulta, piano segreto né tantomeno iniziative prese senza il coinvolgimento delle istituzioni e dei soggetti interessati.

Un progetto, il nostro, nato nel tentativo di contribuire a risolvere la crisi sportiva ed economica degli ultimi anni, con l’obiettivo di offrire un percorso formativo moderno, qualificato, inclusivo e attento al sociale, un ambiente in cui promuovere valori fondamentali come il rispetto, la lealtà e la sportività; in collaborazione con i migliori allenatori e preparatori del territorio, nel tentativo di riportare le squadre del settore giovanile a competere con le più prestigiose società fiorentine ed in modo da formare dei calciatori pronti ad approdare in prima squadra.

Nuova stagione e nuovo corso per la Fortis

Un progetto che possa creare qualcosa di concreto e duraturo, senza alcun fine di lucro, in cui ogni socio del gruppo vorrebbe apportare le proprie competenze in campo sportivo, economico, educativo, di marketing ed investire dei soldi del proprio patrimonio personale; un progetto sostenibile, con alle spalle alcuni sponsor importanti, con una gestione finanziaria sana che garantisca la continuità nel tempo.

Quando abbiamo proposto il progetto a Bandinelli abbiamo prospettato una collaborazione con lui che ci lasciasse autonomia gestionale ma che prevedesse un indennizzo economico per coprire in parte i costi della prima squadra. La gestione del bar e del ristorante sarebbe rimasto in mano a Bandinelli e Carmassi (Carmassi che per onestà di cronaca non era presente all’incontro di Luglio).

Noi sappiamo, perché da mesi ci stiamo occupando di preparare un business plan serio per il nostro progetto, che le quote pagate da bambini e ragazzi contribuiscono per meno della metà ai costi di un anno di gestione soltanto di scuola calcio e settore giovanile.

Chi afferma che avere la gestione della scuola calcio tolga risorse alla prima squadra evidenzia una scarsa conoscenza delle dinamiche gestionali. Se ciò non ci stupisce per Zeni, ci lascia più perplessi pensando a chi ricopre cariche importanti nella nostra società.

La risposta di Bandinelli è stata che lui avrebbe avuto bisogno della gestione completa della società per portare avanti il suo progetto di posizionare delle telecamere sui giocatori durante le partite e per far arrivare sponsor importanti. Che avrebbe estinto il debito della società (di cui almeno a Luglio sapeva con certezza l’ammontare, pari a 600 mila euro) con un quadro dal valore di un milione di euro fatto da un tale Hypnos, ipnosi-terapeuta; quadro ritrovato nei locali della sede dopo il suo insediamento come presidente e donato alla Fortis addirittura nel 2009.

Intanto da amici, ex compagni di squadra e conoscenti del Valdarno e dell’Aretino ci arrivavano notizie delle trattative di Bandinelli per acquistare San Giovannese e San Sepolcro, non andate a buon fine.

Al nostro gruppo queste affermazioni e notizie crearono più di un sospetto di mancanza di serietà e molte perplessità, che abbiamo cercato di esprimere ad altre componenti del mondo biancoverde. Dobbiamo dire che molti restarono altrettanto perplessi ma altri invece credettero (o fecero finta di credere) a questi “progetti”. Del resto leggendo gli articoli degli ultimi giorni sembra che ci sia ancora qualcuno che crede (o fa finta di credere) a Bandinelli, nonostante nessuna di queste promesse sia stata mantenuta.

La stagione poi è iniziata e con essa i problemi. Le iscrizioni ai campionati sono state pagate dalla FCD Borgo San Lorenzo (anche quelle della prima squadra, come emerso dalla riunione di venerdì). Il materiale e l’abbigliamento degli sponsor sventolati non sono mai arrivati. La crisi nella gestione non solo sportiva della società si è acuita.

Venendo alla situazione attuale della Fortis, noi non pensiamo che Bandinelli sia responsabile di tutto il debito accumulato negli ultimi anni; solo di quello che è successo da maggio 2024 fino ad oggi. Ci sono sicuramente altri colpevoli, che siamo d’accordo debbano rendere conto delle loro azioni.

Tuttavia se davvero Bandinelli, come affermato soltanto dopo l’ultima riunione e mai prima, al momento del passaggio di consegne non fosse stato a conoscenza dell’esistenza dell’entità del debito, una volta scoperto l’inganno avrebbe potuto agire per vie legali; in ogni caso tale grave negligenza pone ulteriori dubbi sulla sua adeguatezza a guidare una società. Se invece avesse saputo del grave debito, ci chiediamo quali interessi lo abbiano spinto comunque a diventare il rappresente legale della Fortis, non essendo di Borgo e non avendo mai incrociato prima la sua storia personale con quella della Fortis.

Sicuramente riteniamo Bandinelli responsabile della totale mancanza di progettualità e della mancata realizzazione di tutta una serie di promesse ai limiti dell’inverosimile; dell’inesistenza di una strategia concreta per investire sui bambini e sui giovani e per rilanciare il progetto Fortis.

Siamo veramente preoccupati che senza l’aiuto fattivo ed economico del presidente Sgai, la Fortis riesca a concludere in modo dignitoso la stagione sportiva.

Ci saremmo risparmiati volentieri questa lunga replica ma, al terzo articolo in tre giorni nel quale siamo stati chiamati in causa ed accusati ingiustamente, in modo del tutto tendenzioso e senza alcun fondamento di verità, abbiamo sentito il dovere di rispondere.

Non capiamo per quale motivo dovremmo essere noi ad accollarci l’enorme debito fatto da Bandinelli e dai precedenti presidenti e non l’attuale rappresentante legale, che ha scelto a maggio in coscienza e speriamo dopo attente valutazioni e riflessioni di prendere la guida della nostra gloriosa e ultracentenaria società e con essa onori, oneri, responsabilità. Oneri e responsabilità che noi abbiamo addirittura cercato di alleggerire proponendo di aiutare la società per la quale giocano i nostri figli, ricevendo solo dinieghi.

Nessuno di noi ha velleità di diventare un imprenditore sportivo o di arricchirsi con il calcio; le nostre competenze, il nostro impegno ed il nostro investimento economico personale lo vorremmo donare per cercare di migliorare una situazione che ci sembra ormai molto grave oltre che tragicomica.

Siamo disposti a collaborare con chiunque voglia il nostro aiuto ed abbia a cuore la Fortis, purché si manifesti in tempi rapidi (la nuova stagione va programmata già dalle prossime settimane).

Se questo non sarà possibile, ognuno di noi tornerà ad occuparsi soltanto del proprio lavoro, delle proprie famiglie o a collaborare con altre società, consapevole in coscienza di aver speso tempo (già molto in questi mesi) e soldi per tentare di migliorare la situazione della Fortis, non per fare inutili polemiche e dietrologie.

David Fredducci, Mirko Pieri, Lorenzo Ciari, Damiano Biancalani, Francesco Bambi, Matteo Tantulli, Matteo Valoriani e Claudio Vozza.

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1 commento

  1. Peccato che Zeni non abbia lanciato accuse, ma si sia limitato a descrivere degli scenari. Se davvero l’intenzione fosse stata quella di creare una propria academy autonoma – ipotesi peraltro mai espressa chiaramente durante l’assemblea, se non all’ultimo minuto e in modo piuttosto vago – perché allora non l’hanno fatto? Cosa impedisce a questi genitori di organizzarsi autonomamente e fondare la loro scuola calcio?
    Il tutto, ormai, assume sempre più i contorni della classica “novella dello stento”, una storia infinita e sempre uguale a se stessa.
    E, giusto per ribadire l’ovvio per l’ennesima volta, il modulo per diventare socio l’ho compilato il 19 gennaio, dopo che mi era stato chiesto di dare una mano con il nostro giornale. Ma a quanto pare, anche questo dettaglio è destinato a perdersi nel nulla.

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